giovedì 15 maggio 2008

Recensione FASTER PUSSYCAT, KILL! KILL!

Recensione faster pussycat, kill! kill!




Regia di Russ Meyer con Stuart Lancaster, Susan Bernard, Lori Williams, Haji, Tura Satana

Recensione a cura di The Gaunt (voto: 8,5)

Il cinema indipendente americano non può non includere un cineasta, a suo modo particolare, come Russ Meyer.
La sua passione per il cinema si manifestò fin da giovanissimo, quando vinse un premio per giovani registi dilettanti; successivamente, durante la Seconda Guerra mondiale, fu aggregato in Europa al seguito del Generale Patton, realizzando filmati durante la sua avanzata verso la Germania nazista: materiale molto interessante, visto che fu usato come riprese di repertorio anche nella omonima pellicola di Franklin J. Schaeffner "Patton, generale d'acciaio".
Dopo la guerra si indirizzò verso produzioni commerciali, perlopiù filmati industriali, che affinarono la sua tecnica documentarista e che furono per Meyer un'ottima palestra di lavoro per un genere che lo stesso regista apprezzava.
Il primo approccio verso i "nudies" (film a carattere erotico) avvenne nei primi anni '50 con fotografie di pin-up in pose molto osè ed i primi cortometraggi, con protagoniste avvenenti spogliarelliste.
L'esperienza non fu tra le più felici, anche se redditizia: il regista si discostava nettamente dalla filosofia di questo tipo di film. Si trattava sopratutto di pellicole molto banali con storielle sempliciotte, utili soltanto a stuzzicare l'appettito dell'americano medio benpensante, senza che quest'ultimo si scandalizzasse eccessivamente per ciò che aveva visto. Meyer invece premeva per un approccio molto scanzonato e divertente, ma inserendo al contempo, spingendo molto sul grottesco e sulle fantasie morbose, anche una certa dose di violenza.
Ovvio che tali pellicole erano ritenute troppo oltraggiose per i produttori del tempo, intimoriti da prodotti potenzialmente invendibili, così Russ Meyer si dedicò alla sua carriera di fotografo dove si fece un nome molto importante fino ad essere nientemeno che il fotografo dei paginoni centrali di Playboy, la rivista di Hugh Hefner.
Dopo il suo debutto cinematografico vero e proprio nel 1959 con "The immoral Mr. Tease", si entra nel periodo migliore della carriera del regista americano, con una serie di film girati in bianco e nero.
"Lorna" fu il primo di questa serie, continuando con "Mudhoney", "Motorpsycho" e appunto "Faster, Pussycat! Kill! Kill!".

Tre provocanti ballerine, Varla, Rosie e Billie, scorrazzano sulle deserte strade americane con le loro automobili sportive. Un ragazzo, con la sua fidanzata, si ferma vicino alle loro auto e le sfida per una corsa. Sconfitto in maniera scorretta da Varla, il ragazzo prova a difendere la sua donna aggredita dal trio. Lottando con lei il giovane non ha speranza ed è ucciso; Linda invece, la fidanzata, viene rapita dalle tre.
Ad una stazione di benzina le ragazze si accorgono di un vecchio paralitico e del suo grande figlio scemo, entrambi molto ricchi; con una scusa riescono ad entrare nella loro fattoria, ma il carattere difficile dell'anziano, armato di fucile, le mette in guardia. L'uomo intuisce che la giovane è loro vittima e nonostante non ci sia fiducia, decide ugualmente di invitarle tutte a pranzo, con il secondo scopo di poter dare la ragazza proprio al grande figlio scemo. Poco dopo Linda riesce a fuggire, e nel deserto incontra un uomo al quale racconta la verità. Questo la riporta alla fattoria perché l'uomo è Kirk, il secondo figlio dell'anziano paralitico.
La giovane sequestrata riesce però a fuggire nuovamente, inseguita dal vecchio, dai suoi figli e da Varla.
Dopo diverse peripezie, la povera Linda riuscirà però ad avere la meglio sui propri aguzzini ed a fuggire via.

[...]

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