Recensione a che prezzo hollywood?
Recensione a cura di A. Cavisi (voto: 8,0)
La giovane cameriera Mary, con aspirazioni d'attrice, fa la conoscenza del noto regista Max in cerca di nuovi talenti. Grazie a lui, lei diventerà una stella del cinema, ma il regista precipiterà sempre più in basso a causa del suo vizio: l'alcool. Ma Mary, riconoscente per ciò che è diventata e sinceramene affezionata al regista, non l'abbandonerà mai, aiutandolo anche quando questo le porterà guai in famiglia e sul lavoro.
La cosa più incredibile di "A che prezzo Hollywood?" è che, nonostante trattasi di una pellicola del 1932, avente dunque ben 77 anni, sia comunque caratterizzata da due caratteristiche fondamentali: la freschezza e la modernità. La prima è ravvisabile nel tipo di recitazione della bellissima e bravissima Costance Bennet, ma soprattutto nei frizzanti e divertentissimi dialoghi; la seconda nelle vicende che riguardano i protagonisti e in cosa stanno a significare nel profondo.
Anche solo per questo motivo il film può essere apprezzato totalmente, proprio perché riesce nel difficile intento di non far pesare affatto la sua età e di intrattenere allegramente, con un retrogusto serio, lo spettatore interessato a certe tematiche. Infatti "A che prezzo Hollywood?" è prima di tutto una pellicola metacinematografica, incentrata sul mondo di Hollywood e su tutti coloro che ne fanno parte direttamente (attori, registi, produttori, giornalisti) e indirettamente (i familiari delle star in primis). Ed è con mano leggera e sicuramente molto intelligente e ironica che Cukor ci conduce a fare "un giro" in questo mondo dorato e fatato, che però al suo interno nasconde numerose insidie. Come si suol dire: "Non è tutto oro ciò che luccica".
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