Recensione l'albero
Recensione a cura di foxycleo
"Natura: tu mostri non aver posto mente che la vita di quest'universo è un perpetuo circuito di produzione e distruzione, collegate ambedue tra se di maniera, che ciascheduna serve continuamente all'altra, ed alla conservazione del mondo; il quale sempre che cessasse o l'una o l'altra di loro, verrebbe parimenti in dissoluzione. Per tanto risulterebbe in suo danno se fosse in lui cosa alcuna libera da patimento"
Giacomo Leopardi - Dialogo della Natura e di un Islandese, Operette Morali.
La regista francese Julie Bertuccelli, figlia e vedova d'arte, dopo anni di gavetta come aiuto regista di nomi importanti quali Kieslowski, Tavernier, Iosseliani e altri ancora, lavora con successo come documentarista.
Nel 2003 debutta alla regia cinematografica con il suo primo lungometraggio: "Da quando Otar è partito", vincitore a Cannes della Semaine de la Critique, in cui affronta il tema del lutto. Con questo film vince anche il César come miglior opera prima. Ritorna al cinema nel 2010 con "L'Albero", nelle sale italiane dal luglio 2011, un film drammatico ambientato in Australia, che affronta ancora una volta la tematica del lutto famigliare e quindi della perdita e dell'abbandono. Il film è tratto dal romanzo "Padre nostro che sei nell'albero" di Judy Pascoe.
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