giovedì 21 luglio 2011

Recensione LE DONNE DEL 6° PIANO

Recensione le donne del 6° piano




Regia di Philippe Le Guay con Fabrice Luchini, Sandrine Kiberlain, Natalia Verbeke, Carmen Maura, Lola Dueñas, Berta Ojea, Nuria Solé, Concha Galán, Muriel Solvay, Marie-Armelle Deguy, Annie Mercier, Michele Gleizer

Recensione a cura di peucezia

Parigi primi anni Sessanta.
In un palazzo bene si consuma la vita monotona e ordinata del mite Jean-Louis Joubert, sorridente e garbato, padre di due figli collegiali fintamente decorosi e marito fedele di Suzanne, tipica signora borghese snob e abitudinaria.
Nella misera soffitta del palazzo vivono delle domestiche spagnole chiassose e povere, ma felici di portare avanti una vita di lavoro e soddisfazioni. Quando la governante di famiglia si licenzia, nel tran-tran dei Joubert entra la bella e misteriosa Maria, appena arrivata dalla Spagna e immediatamente assunta perché passa l'esame della cottura dell'uovo à la coque, che ogni mattina Jean-Louis prende prima di recarsi in ufficio.
La ventata che Maria porta, risveglia Jean-Louis dal suo lungo letargo. L'uomo si sente affascinato dalla ragazza e di conseguenza entra nel mondo delle domestiche, comincia a interessarsi fattivamente ai loro problemi e lentamente rigetta il mondo finto perbene che lo circonda.

Nell'ultimo quindicennio il cinema in Francia ha prodotto diverse commedie minimaliste, che affrontano il mondo della borghesia analizzandone i vizi e le piccole virtù; una nazione che ha spazzato via la nobiltà da più di duecento anni con la rivoluzione del 1789 e ha generato una classe media economicamente stabile (i primi anni Sessanta dello scorso secolo erano ancora un periodo dorato per la Francia) ma troppo vittoriana sul piano morale. Jean-Louis e sua moglie sono prevedibili e abitudinari al limite del paradosso, lui ha speso l'intera esistenza senza allontanarsi molto dall'abitazione in cui è nato e senza grossi scossoni, sua moglie ci tiene molto all'eleganza formale e all'apparenza, i due figli parlano scimmiottando gli adulti senza effettivamente comprendere ciò che dichiarano con aria seriosa.
Le spagnole, affettuose, speranzose, rappresentano una novità, un innesto positivo di un'altra cultura in un mondo ancora chiuso e potenzialmente poco aperto all'arrivo del diverso.

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