Recensione il grande attacco
Recensione a cura di Giordano Biagio
Durante i Giochi olimpici del 1936 alcuni delegati tedeschi, americani, irlandesi e una famosa attrice del mondo teatrale si incontrano amichevolmente in Germania per una cena dall'aspetto diplomatico. La preoccupazione di una guerra di invasione tedesca nel resto dell'Europa è nell'aria, i segni premonitori non mancano, il tipo di propaganda del partito nazista fa paura, Hitler eletto cancelliere vuol diffondere la sua ideologia nel mondo e combattere la diversità razziale senza mezzi termini, la sua paranoia fa ormai corpo con le masse, ma le delegazioni sembrano avvertire solo il clima di festa di un'Olimpiade straordinaria che per mezzi impiegati e invenzioni scenografiche non avrà in seguito eguali.
A tavola si parla del clamoroso rifiuto di Hitler di riconoscere le vittorie ottenute dal nero americano Jesse Owens, trionfatore nell'atletica con quattro medaglie d'oro, un atto chiaramente razzista anche se quel rifiuto poi sarà considerato come privo di fondamento dallo stesso Owens. Ma la notizia scandalo ha già fatto il giro del mondo, essa viene minimizzata a cena dall'ufficiale tedesco il quale non crede al pericolo di un conflitto armato in Europa e sostiene che Hitler vuole solo combattere le minoranze etniche nella propria Germania.
La vita di questi personaggi in buona parte famosi, amanti dei rapporti diplomatici, per ironia della sorte sarà in seguito scossa e in alcuni casi sconvolta dalla Seconda guerra mondiale, da quell'immane conflitto armato che in quella famosa cena del '36 essi ritenevano fosse praticamente impossibile.
I diversi luoghi degli episodi narrativi saranno: Berlino, Los Angeles, Plymouth, Creta, West Point, Le Havre.
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