venerdì 1 luglio 2011

Recensione WHEN YOU'RE STRANGE

Recensione when you're strange




Regia di Tom DiCillo con Johnny Depp

Recensione a cura di pompiere (voto: 5,0)

Focus on... Jim Morrison, uno dei più grandi miti mai esistiti.
Il cantante dei Doors ha rappresentato un'icona imprescindibile per intere generazioni. Quella giovane degli anni '60, per la quale ha simboleggiato la ribellione da una società incancrenitasi sotto il peso delle istituzioni, la voglia di libertà sessuale, di parola, la forza di essere se stessi. E quelle successive, trascinate nel magico regno del sogno non solo musicale, e bisognose della conquista dell'indipendenza da una famiglia troppo soffocante. Nucleo dal quale Jim si affrancò da subito, dichiarandone la morte (non vera) nei suoi curriculum e documenti.

Presentato due anni fa al Sundance Festival di Salt Lake City, il film procede senza molti sussulti, tra le prove negli studi di registrazione, con Morrison quasi sempre strafatto o ubriaco. E poi i concerti, dove il comportamento del cantante è volutamente smodato e provocatorio.
Interessante il film per lo studio intimo della parte musicale: i Doors non avevano un bassista, e l'uso delle tastiere di Ray Manzarek resta magistrale, con la voce smagliata che pare una nenia sofferente, la chitarra di Robby Krieger che richiama le sonorità del flamenco e la batteria di John Densmore ammiccante al ritmo sincopato del jazz. Le canzoni prodotte sono entrate nella storia: "Light my fire", "Break on through", "The end", "People are strange", "Love me two times", "Hello, I love you" e "Riders on the storm", forse la mia preferita.

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