Recensione vai e vivrai
Recensione a cura di Mimmot
Nel 2005 il regista Radu Mihaileanu, dopo il successo di "Train de vie" (98) e prima dell'interessante "Il concerto" (08), gira il suo quarto film, il primo della storia dedicato alla migrazione degli ebrei-etiopi in Israele, una vicenda altrettanto tragica, ma non ugualmente conosciuta, di quella dell'Olocausto, adottando una formula narrativa che suscita emozioni negli spettatori in sala, coinvolgendoli nel profondo della loro sensibilità.
Gli avvenimenti di cui parla il regista rumeno di origini ebraiche partono dal 1984, quando centinaia di migliaia di africani di diverse nazionalità, spinti dalla fame e dalle carestie, lasciano i loro paesi d'origine per emigrare a nord, nei campi profughi del Sudan.
Tra loro ci sono 8000 Falasha (etiopi di colore, di cultura e di religione ebraica, mitici discendenti di Re Salomone e della Regina di Saba) in fuga dall'indigenza e dalle guerre civili che flagellano il paese del dittatore Menghistu, i quali, appena giunti in Sudan, si trovano a dover fare i conti con l'ostilità delle autorità mussulmane e integraliste del luogo.
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