Recensione animal house
Recensione a cura di The Gaunt
Furono perlomeno singolari le circostanze che portarono l'allora giovane regista John Landis alla direzione di "Animal House".
Katherine Wooten, la segretaria di produzione del film "The Kentucky Fried Movie" ("Ridere per ridere" in italiano), che Landis stava dirigendo in collaborazione con la futura ZAZ (David e Jerry Zucker, Jim Abrahams), era fidanzata con Sean Daniel, giovane produttore esecutivo della Universal. Alla fine delle proprie giornate lavorative erano soliti scambiarsi le impressioni del giorno. Il produttore esecutivo rimaneva in una certa misura stupito quando la fidanzata gli raccontava delle sue giornate lavorative con protagonisti giovani ragazze nude frustate da un nano da circo, un esercito di lottatori di arti marziali assassini, incendi e devastazioni. Questi brevi colloqui saranno utili dopo poco tempo quando, diventando vicepresidente, Daniel si trovò fra le mani la cosiddetta patata bollente dello studio e cioè lo script di "National Lampoon's Animal house", arrivato all'ennesima stesura della sceneggiatura senza trovare qualcuno in grado di farlo funzionare sul grande schermo.
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