mercoledì 18 gennaio 2012

Recensione SHAME

Recensione shame




Regia di Steve McQueen con Michael Fassbender, Carey Mulligan, James Badge Dale, Nicole Beharie, Hannah Ware, Elizabeth Masucci, Jake Richard Siciliano, Robert Montano, Anna Rose Hopkins, Alexandra Vino

Recensione a cura di pompiere (voto: 6,0)

I giovani rampanti di oggi, quelli sulla trentina o giù di lì, vestono bene, abitano lindi e scarni appartamenti, partecipano a estenuanti riunioni lavorative con la stessa aderenza degli istanti in cui si siedono sul water, e ovviamente fanno sesso. Tanto sesso. Meglio se in quel di New York: lì ti puoi confondere tra milioni di anime, cambiare partner più facilmente, trasgredire accoppiandoti vicino a zone di transito pubblico, chiuderti in bagno col fai-da-te.
Brandon (Michael Fassbender) è uno di questi. Onanistico ben oltre il significato comune del termine e ai limiti della patologia, vede di rado Sissy (Carey Mulligan, più brava di Fassbender anche se meno in scena), una sorella sensibile che soffre le vere pene d'amore; primitive, superate angosce sentimentali, stonate come un disco dance anni '80 che vibra nello stancante tedio del quotidiano. La mediocre consuetudine sbatte contro le note commosse ed emozionanti della voce di lei, in cerca di fortuna come cantante. La scena dell'esibizione, in un jazz club, di "New York, New York" è da brividi: sguardo febbrile, ritmo rallentato, sospiri per chi non c'è (e che prima c'era stato?), lacera come il suono intimista della tromba di Chet Baker.

Le occasioni per fare sesso non sono mai mancate. Forse oggi sono troppe e conducono a un po' di confusione. La carnalità è sempre esistita, pur essendosi evoluta/involuta nei suoi palesamenti. Così come le deviazioni e le ossessioni che la riguardano.
Il protagonista e la sorella provengono da un passato difficile. Lui sembra agire seguendo un impulso genuino che poi si immobilizza e resta muto, in una specie di autocontrollo sempiterno, attento a non uscire dai binari paralleli di rapporti mordi e fuggi.
Chissà qual è il "brutto posto" dal quale giungono citato in uno dei dialoghi più amari del film? Abbiamo pensato a qualcosa di incestuoso, viste le lacunose fasi dei quattro mesi amorosi di Brandon, i suoi evitamenti emotivi, il tono dei messaggi ricevuti in segreteria in apertura di film, e il pianto disperato durante la sentita interpretazione canora: che la vergogna del titolo sia proprio questa?

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