mercoledì 8 febbraio 2006

Recensione THE OTHERS

Recensione the others




Regia di Alejandro Amenabar con Nicole Kidman, Fionnula Flanagan, Alakina Mann, James Bentley, Christopher Eccleston, Eric Sykes, Elaine Cassidy

Recensione a cura di Matteo Sonego

Inghilterra, 1945, fine della seconda guerra mondiale. Grace (Nicole Kidman) abita con i due figlioletti Anne (Alakina Mann) e Nicholas (James Bentley) in una grande villa di campagna, e attende speranzosa il ritorno del marito Charles dal fronte. I due bambini sono affetti da una malattia che può causar loro la morte nel caso in cui la loro pelle dovesse essere esposta alla luce del sole.
La vita nella casa, quindi, è scandita da precise regole: le stanze nelle quali stanno i bambini devono essere completamente buie, le uniche luci che si possono accendere sono quelle dei lumi a petrolio, nessuna porta deve essere aperta prima che l'ultima sia stata chiusa. Una mattina giungono alla villa tre inservienti: la signora Mills, il signor Tuttle, e Lydia, ragazza muta. Da quel giorno cominceranno ad accadere fatti strani, i quali faranno pensare a Grace che nella casa siano presenti anche degli "altri".

Amenabar ci presenta un thriller piuttosto singolare, diverso nella realizzazione dagli altri film del genere usciti negli ultimi anni, reso ancor più particolare per merito dell'abilità di una Nicole Kidman da oscar.
Il film, di fatto, ruota attorno a lei, interprete azzeccatissima del ruolo di madre affezionata e severa, ma allo stesso tempo fragile e profondamente insicura, capace a tratti di sembrare addirittura isterica ed ossessiva. Il personaggio di Grace nasconde dunque diverse personalità, che esplodono tutte insieme a causa della mancanza del marito, della malattia degli figli, e del senso di dovere impostole dal ruolo di madre e di cristiana credente.
L'abilità del regista cileno si nota anche in questo: costruire un personaggio sublime, bello esteticamente, ma inquietante nell'agire. Bravura che vale doppio, se si considera che per girare la pellicola non si è fatto uso nè di trucchi, nè di effetti speciali di alcun tipo. Niente sangue, niente morti, niente fantasmi che attraversano i muri, ma vera suspance creata esclusivamente con giochi di luce/ombra, musiche e voci al posto giusto, inquadrature particolari. Notevole davvero, se si considera inoltre che l'intero film è stato girato tutto all'interno dello stesso luogo, una vecchia villa (che ha molto di gotico) stile vittoriano, immersa nella tipica nebbia della campagna inglese.

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