Recensione a 30 secondi dalla fine
Recensione a cura di Gardner (voto: 10,0)
Al suo secondo film americano Andrej Konchalovsky (fratello del più accreditato Nikita Michalkov), usando una sceneggiatura inutilizzata di Akira Kurosawa, realizza un film di inconsueta perfezione.
"A 30 secondi dalla fine" è la storia di un'evasione dal duro carcere di Stonehaven (Alaska).
L'anziano Manny (Voight) evade insieme a Buck (Roberts), un giovanotto che è in galera per scontare un reato di violenza carnale, inseguito dal direttore del carcere Danken, invasato da un odio furibondo per Manny. Con trenta gradi sotto zero ed a malapena coperti di stracci, i due riescono a salire su di un treno che, a causa della morte per infarto del macchinista, comincia a correre privo di controllo fino ad essere deviato per andare a schiantarsi in una zona desolata. Danken riesce in extremis a salire sul convoglio impazzito, dando luogo ad uno scontro finale con l'evaso e dirigendosi insieme a lui fieramente incontro ad una tragica fine, dopo che Manny riesce a metter in salvo il suo compagno di evasione ed una giovane donna impiegata della compagnia ferroviaria (De Mornay), sganciando il vagone di coda.
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