giovedì 24 gennaio 2008

Recensione UN GIORNO DA LEONI

Recensione un giorno da leoni


Regia di Nanni Loy con Renato Salvatori, Tomas Milian, Nino Castelnuovo, Anna Maria Ferrero

Recensione a cura di peucezia (voto: 7,0)

Film del 1961 e prima pellicola "seria" di Nanni Loy dopo una serie di prove con tematica sentimental-brillante, "Un giorno da leoni" si inserisce nel filone di "revisionismo" della seconda guerra mondiale ed in particolare del periodo della resistenza che caratterizzò i primi anni Sessanta. A quindici anni dalla fine del conflitto e con una situazione economica più solida, l'Italia guarda di nuovo a quegli anni in maniera meno dolente; l'obiettivo principale però, nato soprattutto con l'apertura a sinistra da parte del governo, è il voler dimostrare alla popolazione che la guerra non è stata persa, che la partecipazione a fianco dei tedeschi è stata imposta da un regime male accettato e che comunque gli italiani hanno voluto e saputo ribellarsi soprattutto dopo l'armistizio dell'otto settembre e lo sfaldamento di ogni sicurezza.

La storia inizia proprio con l'annuncio dell'armistizio a Roma, e si colloca nel periodo più buio per la capitale italiana abbandonata a se stessa dal re e dal capo del governo, e dominata dai nazisti.
I protagonisti sono dei giovani come tanti: uno studente con scarsa attitudine (Nino Castelnuovo), un borgataro orfano di padre che si ingegna a fare il borsaro nero (Tomas Milian qui al primo ruolo in Italia), un ragioniere pavido e fortemente miope (Leopoldo Trieste).
Per caso i tre si trovano a fare una inaspettata scelta di vita.
Accanto a questi "eroi per caso", altri attori celebri dell'epoca: Renato Salvadori, Romolo Valli, un solido attore di teatro noto per un'interpretazione sempre asciutta e misurata, e Saro Urzì mentre tra le donne spiccano la giovane Carla Gravina e Annamaria Ferrero in due ruoli poco presenti sulla scena, diversi ma comunque centrali per l'intera vicenda.

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