Recensione shortbus
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Recensione a cura di kowalsky (voto: 7,5)
"Come negli anni '60, ma con meno speranza": con questo slogan si potrebbe tranquillamente riassumere il contenuto di questo film, passato agli "onori di cronaca" nel 2006 come "l'opera a più alto contenuto erotico mai realizzata negli Usa al di fuori dell'industria del cinema hardcore" (cfr. Vanity Fair).
Il film di John Cameron Mitchell diventa a modo suo un provocatorio manifesto di una generazione di sopravvissuti che tentano di ritrovare l'utopia di una rivoluzione (sessuale ma non solo) bruscamente interrotta.
"Shortbus" è il nome di un night newyorkese, fuori dalla legge e dalle convenzioni, gestito dal travestito Justin (Bond, nei panni di se stesso) dove si ritrova una fauna eccentrica e variegata, composta da prostitute, omosessuali, lesbiche, transessuali, coppie etero in crisi e appassionati di bondage.
Nel film assistiamo alle vicende di James e Jamie, una coppia gay apparentemente affiatata, Sophia, una sessuologa canadese di origini asiatiche incapace a provare l'orgasmo col proprio marito, e Jennifer, una ragazza piena di complessi che si prostituisce come mistress s/m per insoliti clienti.
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