lunedì 28 gennaio 2008

Recensione AGUIRRE FURORE DI DIO

Recensione aguirre furore di dio




Regia di Werner Herzog con Helena Rojo, Klaus Kinski, Cecilia Rivera, Ruy Guerra

Recensione a cura di kowalsky (voto: 8,5)

"Dopo che gli spagnoli avevano conquistato e saccheggiato il regno degli Inca, gli Indios hanno inventato la leggenda del paese dorato Eldorado, che si troverebbe anche nelle impenetrabili paludi degli affluenti del Rio delle Amazzoni. Alla fine del 1560, una grossa spedizione di avventurieri spagnoli, sotto la guida di Gonzaro Pizzarro, partì per le montagne peruviane. L'unica testimonianza rimasta della spedizione svanita nel nulla è il diario del frate Gaspar De Corvajal".

Con questa prefazione insolitamente Kubrickiana (anche se l'Odissea temporale di Kubrick ebbe la sua "premessa" nell'epilogo finale) Werner Herzog mette a nudo il riflesso incondizionato del cinema nella sua forma (falsamente) letteraria e storica. Il rigore temporale di "Aguirre", ma anche la sua apparente "veridicità" storica non fanno altro che catturare negli spettatori la convinzione che il tutto sia credibile e realmente accaduto, formulando così l'inquieta aspettativa sul mezzo cinematografico come visione "storica" e non soltanto "metaforica", con un fideismo che riusciva a catturare quei pochi ancora convinti dell'utilità culturale di un certo cinema. In effetti, proprio per questo paradosso, Herzog riesce a decodificare il linguaggio cinematografico al punto che "Aguirre" potrebbe benissimo essere scambiato non per un film d'avventura, ma di fantascienza. E probabilmente a modo suo lo è: esattamente come la dichiarazione dello stesso regista su Kinski ("E' l'ultimo interprete espressionista del cinema muto").

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