lunedì 29 dicembre 2008

Recensione COME DIO COMANDA

Recensione come dio comanda




Regia di Gabriele Salvatores con Elio Germano, Filippo Timi, Fabio De Luigi, Angelica Leo, Vasco Mirandola, Ludovica Di Rocco, Alvaro Caleca, Alessandro Bressanello

Recensione a cura di GiorgioVillosio

Un padre border?line educa il figlio adolescente ad una scuola di rabbia, violenza e razzismo, respingendo l'aiuto dell'assistenza sociale. Con lui un ritardato mentale, cerebroleso per un incidente sul lavoro. Sui tre incombe una cupa tragedia di stupro e di morte.

Non è facile districarsi nel dedalo delle sperimentazioni del famoso regista, che spaziano a 360° nelle più svariate direzioni: di forma e di contenuti, di dimensione sociale e individuale, di taglio socio-politico o puramente filosofico, di immagini estetizzanti o di narrazioni concettose.
Agli esordi si affermava con racconti di ambito "esotico", in fuga dalla vecchia Europa (Mediterraneo, Marrakech, Puerto Escondido), ma pure, metaforicamente, da una realtà esistenziale considerata inaccettabile. Poi rivolgeva l'attenzione al sociale, gettando lo sguardo sui miseri panorami del nostro Sud, raccontando storie ordinarie di malaffare e di droga, o navigando metaforicamente nell'oceano della odierna realtà virtuale, in un viaggio senza mete precise. Continuando il suo cammino di sperimentazione il regista milanese affrontava pure il genere noir, con attori improvvisati e in aderenza strettissima alla tecnica del digitale, nel recente Quo vadis Baby?.
Due anni prima, invece, aveva portato al cinema un romanzo di Ammaniti, con Io non ho paura, celebratissimo da tutta la critica: storia tragica e commovente di un ambito sociale e morale estremamente degradato, nel profondo Sud.

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