Recensione vivere e morire a los angeles
Recensione a cura di The Gaunt (voto: 10,0)
French Connection costituì per il genere poliziesco un meraviglioso impulso nel corso di tutti gli anni '70. A ruota seguì una fioritura di film per il grande schermo e proliferarono numerose serie televisive, che facevano del film di Friedkin un punto di riferimento fondamentale. Agli inizi degli anni '80 però il poliziesco mostrava la corda: nuove tendenze dettate da linguaggi preconfezionati, da stili più patinati, svilirono tutto un genere fino ad arrivare a livelli in cui il personaggio del poliziotto, più che occuparsi delle indagini, era impegnato a fare la gara a chi faceva più battute spiritose; pensiamo a film come Beverly Hills Cop con Eddie Murphy in cui, pur all'interno di una confezione non disdicevole, i contenuti sono messi in secondo piano o addirittura assenti.
L'occasione giusta per Friedkin si presenta con il romanzo omonimo di Gerald Petievich, un ex agente dei servizi segreti statunitensi, che racconta storie ed avvenimenti ispirati a molte vicende criminali della California. Friedkin riesce a fondere nuovi linguaggi visivi con una sceneggiatura particolarmente brutale e senza speranza, tipica dello stile del decennio precedente, in un film tra i più riusciti degli anni '80: Vivere e morire a Los Angeles.
"Un agente federale, da tempo insieme ad un collega sulle tracce di un inafferrabile falsario, arriva una mattina all'alba nel covo che ospita la zecca clandestina e vi scopre un sacco pieno di dollari in biglietti da venti. Il falsario - Eric Masters - lo uccide. Il collega del poliziotto (morto a tre giorni dalla data del pensionamento) è il giovane Richard Chance, a lui legatissimo e per questo deciso a vendicarlo. Partito in coppia con il suo nuovo "gemello", l'agente John Vukovich, Richard si trova implicato in una serie di avventure rischiosissime contro l'astuto Masters e l'ambiguo e corrotto avvocato di costui; egli si mette in combutta con un certo Cody, un delinquente di mezza tacca, da cui il falsario ritiene di essere stato truffato, e con BiancaTorres (una informatrice della polizia, occasionale amante di Richard medesimo): tutto nell'intento di smascherare Masters e di vendicare l'amico ucciso. Vukovich, tipo non grintoso ma volenteroso, è al suo fianco e i due agenti, per la scarsa collaborazione dell'ufficio da cui dipendono, finiscono con l'uscire dai binari del regolamento, rapinando all'aeroporto un cinese ritenuto un corriere di dollari da destinare a Masters per costringerlo a scoprirsi."
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