Recensione si puo' fare
Recensione a cura di JackR
"Si può fare" un film in Italia intelligente e divertente allo stesso tempo. "Si può fare" un film in Italia che pur non avendo l'ambizione autoriale di Sorrentino e Moretti riesca a coniugare qualità e quantità, a trasmettere emozioni, a colpire allo stomaco non tanto per i temi trattati quanto per il modo in cui essi vengono proposti o anche solo per le scelte registiche.
Il tema della malattia mentale è stato variamente declinato al cinema dal patetico ("I Am Sam", "Forrest Gump", "Rain Man") al poetico ("Ivo il tardivo") al comico (il geniale "...E fuori nevica" di Vincenzo Salemme) e in buona parte della filmografia di Milos Forman, in cui la pazzia e il genio sono inevitabilmente due facce della stessa medaglia.
La particolarità ed il merito del film di Giulio Manfredonia (regista del simpatico "Se fossi in te") è quella di raccontare le cooperative sociali nate negli anni 80 in Italia che davano lavoro alle persone disabili e inventare la storia di una di queste. Si parla di un pezzo di storia del Paese, la storia nascosta dai giornali e dai libri, fatta dalle persone, che non cambiano il corso degli eventi, ma che li subiscono e cercano di fare del loro meglio.
Claudio Bisio poi è una garanzia, forse uno degli attori più sottovalutati in Italia e anche uno di quelli a cui la sovraesposizione televisiva non "guasta" l'immagine cinematografica. Il resto del cast puntella egregiamente nei ruoli secondari la sceneggiatura, bravissimi anche tutti gli attori nei ruoli da disabili.
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