Recensione attenti al buffone
Recensione a cura di A. Cavisi (voto: 7,0)
Il noto romanziere Alberto Bevilacqua talvolta ha prestato il suo talento al cinema. In questo caso il suo progetto è a dir poco ambizioso e pretenzioso e, a dirla tutta, non riesce a raggiungere pienamente l'obiettivo che molto probabilmente si era prefisso. La pellicola, permeata da una patina di intellettualismo spesso irritante ed esageratamente ostentata, ma a tratti anche pungente e salace, ha dei momenti di alta ironia intelligente e sagace, ma purtroppo ha anche numerose cadute di stile e scene di gusto incerto e di dubbia eleganza e raffinatezza. Interessante il tema portante che è quello della supremazia dell'intelligenza e dell'astuzia, della cultura e della ricchezza interiore a discapito della mera e cieca ambizione, della cupidigia, dell'ingordigia e dell'avidità. Laddove ascoltiamo quasi rapiti i discorsi del protagonista Marcello, sia con l'amico di sempre, sia con i suoi "genitori" (o quelli che gli hanno fatto da genitori), sia col cameriere del suo rivale, veniamo poi subito colti da una sorta di repulsione e avversione per il personaggio di Cesare, ma soprattutto di Giulia, la consorte fedifraga.
Al tema del tradimento, che fa solo da pretesto per rappresentare ben altro, subentrano numerose questioni che contribuiscono forse a svalutare la più interessante lotta tra bene/male, intelligenza/ignoranza, come lo sguardo sugli innumerevoli vizi di Cesare e compagnia (che vanno dal sessuale al culinario, che costituiscono però la parte meno riuscita della pellicola e la più oscena).
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