mercoledì 13 maggio 2009

Recensione VERONIKA VOSS

Recensione veronika voss




Regia di Rainer Werner Fassbinder con Cornelia Froboess, Hilmar Thate, Rosel Zech

Recensione a cura di pompiere (voto: 7,5)

Sybille Schmitz è stata un'attrice tedesca che ha lavorato, soprattutto in Germania, a cavallo della seconda guerra mondiale e che esordì nel '31 con un film sui vampiri diretto dal regista danese Carl Dreyer. La sua carriera fu costellata da titoli non troppo famosi (da "Il segreto dei candelabri" del 1936 fino a "La tragedia del Titanic" del 1943) e, dopo lo smacco per non essere riuscita a trasporre sullo schermo il romanzo "Cocaina" dello scrittore torinese Pitigrilli, si tolse la vita nel 1955.
Ed è con riferimento a questo anno che, nel film, si narrano le vicende dell'attrice Veronika Voss, anch'essa in parabola discendente dopo i fasti della cinematografia UFA dell'anteguerra. Fassbinder si è ispirato al suicidio della Schmitz per raccontarci la storia dell'ex star Voss che incontra fortuitamente un umile cronista sportivo di nome Robert, il quale si invaghisce della bellezza della donna e rimane affascinato dal mondo dello spettacolo. Se non fosse che Veronika nasconde un terribile segreto: vive, ormai indigente, nella casa della sua psichiatra (la dottoressa Katz) ed è dipendente dalla morfina.

C'è aria di film nel film in questo "Die Sehnsucht der Veronika Voss", vincitore del Festival di Berlino nel 1982, tanto sembra che la forma e l'espressività scelte da Fassbinder nel rappresentarlo rasentino l'artificiosità. Il comportamento della donna è sopra le righe, eccentrico e nevrotico quanto basta perché si avanzino sospetti di simulazione. La decadenza dell'attrice, la fine del suo matrimonio, la dissolutezza nel bere e il congedo dagli Studi cinematografici paiono stemperati dallo stile scelto da Fassbinder nella realizzazione.

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