Recensione volti
Recensione a cura di A. Cavisi
Il matrimonio di Maria e Richard Frost è ormai in dirittura d'arrivo, appesantito dalle convenzioni non solo sociali, ma anche matrimoniali.
Lui trova la felicità e la libertà interiore ed esteriore con la prostituta Jeannie, lei va in discoteca con le amiche, dove conosce il giovane e affascinante Chet.
Sulle orme di quello che fu il suo esordio, "Ombre", Cassavetes gira una pellicola che più che un film pare la vita reale. Questa volta però, anche se le tecniche utilizzate sono più o meno le stesse (attori lasciati liberi di interpretare, primi piani particolarissimi e molto intensi, colonna sonora intradiegetica e via dicendo), non c'è una completa assenza di canovaccio o sceneggiatura, dato che a differenza di "Ombre" in "Volti" c'è un nucleo centrale dal quale si dipanano poi le varie vicende narrate.
Se in "Ombre" i protagonisti venivano castrati nelle loro ambizioni da una società convenzionale e chiusa in se stessa in cui pur anelando a migliorare le proprie condizioni si trovavano costretti a scendere a compromessi, in "Volti" i due protagonisti (il marito per primo, la moglie solo forse per spirito emulativo e di vendetta) cercano in tutti i modi di superare le barriere dettate dal luogo comune, dalla routine, dalla convenzionalità, cercando la libertà in una serata fuori, in una bevuta in compagnia o in uno scoppio di risa e di balli sfrenati.
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