Recensione cape no.7
Recensione a cura di Anna Maria Pelella
Aga torna a Hengchun dopo aver tentato la fortuna in un gruppo rock a Taipei. Là accetta un lavoro come postino in sostituzione del vecchio Mao, che si è infortunato ad una gamba. Nel frattempo Tomoko giunge dal Giappone per organizzare il concerto sulla spiaggia di Kousuke Atari. La direzione del posto decide di far precedere il concerto della famosa star giapponese dall'esibizione di una band locale. A tal fine si tengono audizioni, che coinvolgeranno le persone più strane, tra cui un vigile ex membro delle Squadre speciali, una ragazzina che suona l'organo in chiesa e il vecchio postino. Intanto Aga apre un pacco tornato indietro indirizzato ad una misteriosa Tomoko, che contiene sette lettere d'amore mai spedite...
Gran successo al botteghino, a Taiwan pari solo a quello di "Titanic", questo "Cape n. 7" coniuga sapientemente tutti gli ingredienti della commedia e del dramma sentimentale, evitando con eleganza la manipolazione dei sentimenti che spesso affligge i colossi hollywoodiani.
Col sottofondo di un leggero nazionalismo, si narra la storia di un amore del passato mai confessato e di un altro che, grazie al primo, riesce a vedere la luce nonostante la diversa nazionalità degli innamorati. Il tutto condito dall'aria di commedia che si respira in un improvvisato casting per la rock band più rappresentativa di Taiwan, e le divertenti schermaglie dei vecchietti che non sono affatto disposti a rinunciare ai loro strumenti tradizionali, anche se mal si accordano con l'idea di un concerto rock.
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