Recensione la solitudine dei numeri primi
Recensione a cura di Giordano Biagio
E' risaputo che i numeri primi sono divisibili soltanto per uno e per se stessi. Sono numeri appartati, poco operativi. Alice e Mattia sono entrambi "primi", isolati dagli altri, ma tra loro due i numeri sono quasi accostati, perché ambedue braccati da situazioni dolorose vissute nell'infanzia.
Il film tratto dal romanzo omonimo, premio Strega, di Paolo Giordano, racconta la storia di due ragazzi torinesi torinesi, Alice Della Rocca e Mattia Balossino, le cui vite vengono fortemente disturbate da ricordi di vicende accadute nella loro infanzia, fatti penosi capaci di creare in loro delle vere e proprie scissioni psichiche.
Alice in alcune scene compare dapprima come una bambina di sette anni che, pur restando indifferente allo sport dello sci e non mostrando alcuna predisposizione per l'agonismo in generale, viene sollecitata dal padre a impegnarsi in quella attività, che il genitore considera educativa nonché una forma simbolica di rafforzamento dell'immagine familiare più legata al sociale perché il suo è un investimento di risorse per il bene della figlia.
Una mattina, Alice, sempre più scontenta per quel tipo di forzatura a socializzare e appagare il genitore, si auto-emargina dal resto dei suoi compagni e poi, tra la nebbia, nel tentativo di tornare nel punto di ritrovo, finisce in un precipizio rimanendo gravemente ferita. La ragazza rimarrà menomata per tutta la vita, ma troverà nell'arte fotografica un riscatto importante.
Mattia è un bambino abile e razionale, al contrario della sorella gemella Michela che invece è psicolabile, gravemente affetta da una forma di psicosi neurologica; il ragazzo viene emarginato dai suoi vili coetanei per via della sua sorella malata.
Mattia vive dunque parte della propria infanzia in isolamento: poi, un giorno, per poter essere presente senza ansie alla festa di compleanno di un compagno di classe, lascia la sorella, di cui si vergogna, in un parco, pensando di andarla a riprendere al ritorno, ma finita la festa e ripassato dal parco non la ritroverà più; Michela risulterà poi annegata nel fiume vicino.
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