Recensione una moglie
Recensione a cura di A. Cavisi
Mabel, madre di tre figli, sposata con Nick, un italo-americano poco presente per motivi di lavoro, cade in una sorta di depressione a causa del suo senso di inadeguatezza al di fuori del ruolo di moglie e di madre. Dopo sei mesi in un ospedale psichiatrico tornerà a casa, ma nulla sarà cambiato, o forse si...
Uno dei più grandi e complessi ritratti familiari mai visti al cinema, "Una moglie" persegue quella che era l'idea di cinema di Cassavetes, incentrata su una sorta di realismo e di senso di verità che permeava quasi tutte le sue pellicole a partire dal suo primo grande lavoro, "Ombre".
"Una moglie" sembra quasi a volte farci dimenticare di essere di fronte ad uno schermo e di assistere alle "schermaglie" recitative di attori e professionisti. Sembra quasi farci entrare a viva forza in una vera casa, in una vera famiglia e in un vero inaridimento dei rapporti interpersonali che intercorrono tra i vari componenti della stessa.
Questo per merito non solo dell'apprezzabilissimo stile registico di Cassavetes, ma anche, e soprattutto, della magnifica interpretazione dei due attori protagonisti, qui non solo facenti parte del disegno generale, ma vere e proprie colonne portanti della pellicola, grande motivo e causa della sua riuscita e della sua estrema e profondissima comunicatività.
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