Recensione pink flamingos
Recensione a cura di pompiere (voto: 8,5)
La terra dei sogni è scomparsa: al posto di sfavillanti e brulicanti città dai territori bonificati, sosta una roulotte scassata e scialba che si compiace del suo giardino fatto di galline finte e di fenicotteri rosa in plastica, conficcati nello spoglio e arido terreno. E' la prima messa in scena allucinata di un film difforme, da ogni punto di vista, che diventerà celebre per l'estetica smodata e a suo modo leggendaria.
Speditamente bollato come volgare e solitaria icona degli emarginati gay, John Waters descrive bene i ghetti ma non è portato alla segregazione di se stesso, né a designazioni formali che sfocerebbero con la sclerotizzazione di un personaggio così dinamico, mobile, multiforme e decisamente pensante. Tanto da prestare la sua caustica voce a brevi introduzioni per alcune scene del film: un ammiccamento e una richiesta di partecipazione a chi sta assistendo allo spettacolo.
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