Recensione the heir - l'erede
Recensione a cura di K.S.T.D.E.D.
Con "L'Erede", la produzione italiana, intesa in senso lato, torna a scontrarsi con il cinema di genere, dal quale negli anni si è allontanata fino al punto di non essere più in grado di riproporlo, tranne alcuni casi isolati, in maniera convincente. A mettersi in gioco in tal senso questa volta è il regista italo-francese Michael Zampino, che dopo essersi formato professionalmente a New York, oltreché in Italia, e dopo aver ricevuto riconoscimenti per i suoi corti e per le sue sceneggiature, decide nel 2005 di fondare la casa di produzione "Panoramic Film", attraverso la quale più tardi dirigerà questo suo primo lungometraggio.
L'idea alla base della sceneggiatura, nonché punto di partenza della storia raccontata da Zampino, nasce da un avvenimento realmente accaduto. Il regista, infatti, in seguito alla morte del padre, ereditò una villa nel Centro Italia, di cui non era a conoscenza. Allo stesso modo, il protagonista del film Bruno (Alessandro Roja), radiologo milanese, riceve in eredità una vecchia villa sugli Appennini, completamente immersa nella vegetazione. Preso possesso della casa, Bruno fa la conoscenza degli unici vicini presenti, Paola (Guia Jelo), e i suoi due figli, Giovanni (Davide Lorino) e Angela (Tresy Taddei), e fin da subito la convivenza si rivelerà, tra sospetti, minacce e paure, tutt'altro che serena.
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