Recensione mine vaganti
Recensione a cura di Corinna Spirito (voto: 8,5)
Tommaso (Riccardo Scamarcio) è un ragazzo che nel corso degli anni ha dovuto nascondere alla sua famiglia gran parte di ciò che è, per poter vivere veramente e seguire i suoi sogni. Ma ora è arrivato il momento di confessare tutto. Tommaso torna a Lecce, la sua città natale, per rivelare ai suoi genitori che negli ultimi anni, a Roma, non ha studiato economia, bensì lettere e che quello che vuole di più dalla vita è poter diventare scrittore e vivere accanto all'uomo che ama. Le buone intenzioni ci sono, peccato che il destino complichi un po' le cose e Tommaso si veda costretto a posticipare le sue dichiarazioni ed a prolungare la sua visita.
Lo spettatore può essere ingannato solo nelle prime scene a credere che "Mine Vaganti" sia un film improntato sulle difficoltà che ancora oggi una persona omosessuale è costretta ad affrontare per essere accettata. In realtà "Mine Vaganti" usa come trampolino di lancio il tema dell'omosessualità, ma poi non si esaurisce in esso, va oltre per sfociare in un'analisi su quanto e come viene accettata la diversità. Quello che è considerato "diverso" cambia di cultura in cultura, di famiglia in famiglia. Ferzan Ozpetek, nello scrivere e dirigere il film, ce ne mostra diversi esempi.
Diverso è Tommaso, che, nato in una famiglia proprietaria di un pastificio, sceglie degli studi "inconsistenti" quali quelli di lettere; diversa è la sua amica Alba (Nicole Grimaudo), unica donna in un ambiente professionale di soli uomini; diversa è la zia Luciana (Elena Sofia Ricci): eccentrica, fin troppo giovanile, nubile. Diversa è la nonna (Ilaria Occhini), che da giovane provò un amore che non poteva essere accettato dagli altri e il ricordo di questo sentimento la accompagna ogni giorno della sua vita. Diversi ovviamente sono tutti gli omosessuali, oltre Tommaso, che durante il film vengono presentati.
La maggior parte di questi personaggi nasconde la propria natura, i propri sentimenti, le proprie passioni e si finge una persona diversa per poter meglio conformarsi al mondo in cui vive, per evitare di deludere le aspettative degli altri. Ferzan Ozpetek, attraverso le battute eleganti dei suoi interpreti, ci fa capire che una condotta simile, una vita fatta di menzogne e segreti è sconsigliata non solo perché conduce a un'esistenza falsa ed inquieta, ma anche perché di giorno in giorno essa porta inevitabilmente a diventare delle mine vaganti.
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