Recensione medea
Recensione a cura di Giordano Biagio
Nelle scene iniziali veniamo immersi da uno splendido ambiente solare, del tutto naturale, di grande pace, con limpidi laghi e ordinate capanne: è il luogo incantevole dove è avvenuta la crescita di Giasone, educato e protetto dal centauro poeta di nome Chirone.
Quando Giasone compie cinque anni il centauro gli svela che non è lui il padre e gli racconta quindi tutta la storia mitologica della sua reale provenienza.
Il centauro narra dell'importanza del vello d'oro, appartenente a un Caprone parlante dal pelame d'oro, di origine divina, in grado di volare, che portava fortuna ai re, ed era quindi sempre molto ambito.
Un giorno il Dio Ermete regala il Caprone divino alla Dea Nefele, che regnava sulle nubi, il regalo serviva a difendere dalla morte i figli della donna, che per gelosia erano minacciati dalla Dea Inno. Quest'ultima era la seconda moglie del re Atamante, sovrano di Jolco, figlio di Eolo, Dio del vento, da cui discendeva anche Giasone. Inno era la ex moglie di Eolo.
Il Caprone divino porta al di là delle acque un figlio di Nefele, Frisso, giungendo nella città di Ea, dove il re Eta, figlio del sole, lo accoglie con grazia e sacrifica il Caprone al Dio Zeus per ringraziarlo del dono.
A Jolco il re Atamante viene messo illegittimamente in prigione per gelosie di potere da parte dello zio di Giasone, Pelia e il discendente Giasone, cui spetta l'eredità del trono in quanto discendente di Eolo, viene allevato dal centauro poeta in un'altra tranquilla regione.
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