lunedì 4 aprile 2011

Recensione BEYOND

Recensione beyond




Regia di Pernilla August con Noomi Rapace, Ola Rapace, Outi Mäenpää, Ville Virtanen, Tehilla Blad

Recensione a cura di Mimmot

L'infanzia e l'adolescenza sono due momenti delicatissimi della crescita e dello sviluppo psichico, in cui le esperienze negative e traumatiche diventano una fonte primaria di disagio e possono segnare per sempre la vita d'adulto.
A volte capita, nell'infanzia, di essere costretti a passare e sopportare situazioni difficili, che provocano paura o dolore insieme ad una situazione di impotenza. I bambini (e gli adolescenti) tendono a fidarsi molto degli adulti, soprattutto dei genitori, che hanno una grande credibilità ai loro occhi.
Per questo molto gravi sono i danni riportati dai bambini costretti ad assistere ai violenti e cronici litigi dei genitori, anche quando non si picchiano, ma che usano come stabile modalità di relazionarsi fra loro una grave violenza verbale, accompagnata, a volte, da violenza fisica, anche se non estrema.
In ogni caso non sono le esperienze ad avere un effetto traumatico, ma il loro riviverle come ricordo.

Un'infanzia di questo tipo è stata costretta a vivere Leena, la protagonista di "Beyond", film d'esordio come regista dell'attrice Pernilla August (ex moglie di Bille e creatura di Ingmar Bergman, che le offrì il ruolo della governante in Fanny e Alexander).
Oggi Leena ha trent'anni ed è una donna apparentemente serena e appagata. È sposata con un uomo, Johan, con cui ha costruito una solida e felice famiglia, ed è madre di due piccole, bellissime bambine. Una mattina di un giorno di festa (S. Lucia) la tranquillità famigliare è improvvisamente sconvolta da una telefonata che risveglia in Leena i fantasmi del suo angoscioso passato. Al telefono una voce malferma di donna chiede di lei. È sua madre. Una madre dimenticata che non vede e non sente da moltissimi anni. Istintivamente scatta in lei un innato istinto di autodifesa che le fa interrompere bruscamente la comunicazione.
Quando il telefono squilla nuovamente, l'infermiera di un ospedale della sua città natale la informa che sua madre giace in un lettino di quell'ospedale, gravemente malata, e chiede di vederla per l'ultima volta, prima di morire.
Leena rimane interdetta, è sul punto di rifiutare, poi suo marito, convinto assertore della necessità di affrontare con fermezza i propri fantasmi per riuscire a liberarsene definitivamente, intuendo il suo conflitto interiore e la certezza che la moglie gli nasconda qualcosa di cupo e angoscioso del suo passato, la convince a partire insieme con lui e alle loro due bambine per andare a trovare la donna.

[...]

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