martedì 19 aprile 2011

Recensione SCREAM 4

Recensione scream 4




Regia di Wes Craven con Neve Campbell, Courteney Cox, David Arquette, Emma Roberts, Lake Bell, Hayden Panettiere, Rory Culkin, Adam Brody, Nico Tortorella, Marley Shelton, Erik Knudsen, Anthony Anderson, Alison Brie, Mary McDonnell

Recensione a cura di L.P. (voto: 8,0)

Correva l'anno 1996 quando "Scream", il primo horror postmoderno della storia del cinema, usciva nelle sale di tutto il mondo sfracellando gli incassi e spingendo i produttori americani a realizzare una serie infinita di slasher tutti uguali. Craven ci aveva già provato nel 1994, rientrando in possesso della sua più famosa creatura, Freddy Krueger, a rivitalizzare il genere in senso metacinematografico. Purtroppo l'operazione, troppo sofisticata e cerebrale, non era stata compresa. Ci voleva un giovane sceneggiatore cresciuto a pane e slasher anni '80, Kevin Williamson, per semplificare il discorso teorico di Craven e renderlo appetibile a un pubblico giovane, che è poi quello a cui il genere horror sembra naturalmente destinato. E così, al posto di una troupe e di attori invecchiati e immalinconiti alle prese con la persecuzione del personaggio che li aveva resi famosi, "Scream" narrava la storia di un gruppetto di adolescenti contro un killer mascherato. Un canovaccio sfruttato nel decennio d'oro del cinema dell'orrore almeno un milione di volte. Cosa rendesse "Scream" così speciale da far risorgere dalle ceneri un tipo di film dato per morto (l'horror a metà degli anni '90 registrava forse il suo peggior periodo, relegato solo al circuito della più bieca serie b) è presto detto: il suo intento non era quello di spaventare, ma di riflettere sui meccanismi e gli stereotipi che sono alla base stessa del genere di cui "Scream" fa parte. Non una parodia, sia chiaro; piuttosto la stesura di un codice di regole, esplicitate in ogni linea di dialogo e rispettate metodicamente dallo svolgersi degli eventi sullo schermo. "Scream" instaurava un confronto diretto con gli spettatori, che a loro volta conoscevano quelle regole e andavano a vedere il film per avere una conferma della loro conoscenza del genere. Un'autoreferenzialità che, dopo "Scream", è diventata la cifra stilistica predominante del cinema dell'orrore statunitense, e non solo di quello.

Oggi può sembrare banale; siamo così abituati al gioco citazionistico che neanche ci si fa più caso. All'epoca "Scream" rappresentò una novità dirompente.
Quindici anni e due seguiti (sottovalutati) dopo, l'ultimo dei quali risale alla preistoria del 2000, Craven ritorna a occuparsi dell'assassino con la maschera ispirata all'"Urlo" di Munch e firma forse il suo film più personale e sentito dai tempi di "Nightmare - Nuovo Incubo".

[...]

Leggi la recensione completa del film SCREAM 4 su filmscoop.it

Nessun commento: