mercoledì 28 novembre 2012

Recensione 71 FRAMMENTI DI UNA CRONOLOGIA DEL CASO

Recensione 71 frammenti di una cronologia del caso




Regia di Michael Haneke con Gabriel Cosmin Urdes, Lukas Miko, Otto Grünmandl, Anne Bennent

Recensione a cura di marcoscafu

"71 Fragmente einer Chronologie des Zufalls", del 1994, è il terzo ed ultimo capitolo della trilogia della glaciazione iniziata nel 1989 con "Der siebente Kontinent" e proseguita nel 1992 con "Benny's video" del regista austriaco, ma nato a Monaco, Michael Haneke (23 marzo 1942). Il futuro realizzatore di perle memorabili come "Funny games" e "Il tempo dei lupi" punta in modo veemente il dito contro la borghesia in queste sue prime opere.

Così come per "Il settimo continente", anche in questo "71 frammenti di una cronologia del caso" dare una sintesi di trama è quanto mai complicato. Come preannunciato dal titolo: 71 frammenti, 71 piccoli flash sulla vita di gente qualunque in una Vienna prossima alla vigilia di Natale di un freddo 1993. Un bambino rumeno (Marian Radu interpretato da Gabriel Cosmin Urdes) scappa da Bucarest, una coppia di coniugi (Inge Brunner, alias Anne Bennent, e Paul Brunner, alias Udo Samel) cerca disperatamente di diventare genitori tramite l'adozione di poveri orfani, uno studente (Maximilian, Lukas Miko) chiama costantemente i propri genitori, un anziano (Tomek, Otto Grünmandl) è in perenne disaccordo con la figlia, e così via con gli altri personaggi dei 71 tasselli che andranno a comporre, nel finale, il puzzle del Caso.
E il finale, glaciale come la trilogia, è tutto nell' apertura del film, che cita dal telegiornale: "Il 23 dicembre 1993, uno studente di 19 anni, Maximilian B. sparò a tre persone in una banca di Vienna e subito dopo si uccise con un colpo alla testa".

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