Recensione twende berlin
Recensione a cura di Fulvio Baldini aka peter-ray (voto: 8,0)
"Twende Berlin" (Andiamo a Berlino) è un film-documentario distribuito dalla Manhattan Film che ha lo scopo di divulgare l'azione del progetto Urban Mirror, un'organizzazione basata sulla comunità avviata dal gruppo musicale hip hop UKOO FLANI, in collaborazione con il Goethe Institut del Kenia. Lo scopo principale dell'organizzazione è quello di utilizzare l'arte per promuovere lo sviluppo della comunità. Nasce da qui l'idea del viaggio a Berlino narrato da Upendo Hero (letteralmente, eroe dell'amore), che ha lo scopo di diffondere nel mondo il messaggio per la salvaguardia degli spazi pubblici, in nome della libertà di espressione, di socializzazione e conservazione delle tradizioni culturali al fine di condividerle con altre persone.
Tra i protagonisti di questa storia c'è lo stesso ideatore del film, Upendo Hero, che, in stile Mission Impossible, assume il ruolo di guida spirituale dei suoi soldati dell'amore: gli UKOO FLANI, il gruppo di musicisti Hip Hop di Nairobi ideatore del progetto.
In qualità di portavoce dell'amore, Upendo Hero, con la testa a forma di cuore, introduce il film raccontando le motivazioni per cui nasce questa iniziativa. In uno degli spazi pubblici di Nairobi, il Parco Uhuru, viene costruito un centro commerciale che interferisce negativamente sul processo di socializzazione dei gruppi creativi che lo frequentano. Successivamente vengono descritte le motivazioni del viaggio intrapreso dagli UKOO FLANI a Berlino.
Atterrati nella Capitale tedesca, lo scambio culturale prende subito vita incontrando i gruppi e i movimenti delle diverse aree urbane. Già dal primo incontro con Haus Schwaremberg, tra le allegre e trascinanti musiche degli UKOO FLANI, viene introdotto il concetto di gentrification che accompagnerà lo spettatore per tutta la durata del film. Si tratta di un processo che consiste nel riqualificare i quartieri degradati di un centro urbano cittadino attraverso un influsso di capitale privato. Tale capitale viene investito nella ristrutturazione degli immobili e nella riconciliazione delle aree interessate, a cui segue l'insediamento di un nuovo tipo di inquilini appartenenti al ceto medio più abbiente.
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