mercoledì 21 novembre 2012

Recensione ALI' HA GLI OCCHI AZZURRI

Recensione ali' ha gli occhi azzurri




Regia di Claudio Giovannesi con Nader Sarhan, Stefano Rabatti, Brigitte Apruzzesi, Marian Valenti Adrian

Recensione a cura di JackR

Nader, sedici anni, viene buttato fuori di casa dai genitori, che non tollerano la sua storia d'amore con una ragazza italiana. Costretto a dormire dove capita, Nader lascia che la rabbia che si porta dentro lo spinga verso una serie di gesti sconsiderati, insieme all'amico Stefano.

Uno dei grandi difetti del cinema italiano contemporaneo è quello di confondere la cifra della storia raccontata con quella del film. Un film di comicità leggera viene realizzato con leggerezza tecnica, un film che affronti temi profondi è sempre di una pesantezza micidiale, un film che racconta una storia piccola e di miserie suburbane è un film povero anche nei toni. Non fa eccezione "Alì ha gli occhi azzurri" (il titolo si riferisce a versi di Pasolini), realizzato da Claudio Giovannesi con uno stile semidocumentaristico (ritmo lento, camera a mano, illuminazione naturale, presa diretta) e nessuna pretesa di dare respiro ad una vicenda di cui, a conti fatti, emerge solo l'inverosimiglianza. La storia di Nader, italiano di seconda generazione, in conflitto con i genitori che vorrebbero imporgli le regole dell'Islam, si intreccia con quella del suo amico Stefano, romano, dna criminale che inizia ad emergere, tra furti, accoltellamenti, relazioni con l'altro sesso e razzismo (italiani contro musulmani e viceversa ma tutti uniti contro i rumeni). Il problema del film è che i protagonisti non sono piacevoli e le vicende raccontate - che coprono una settimana della vita dei ragazzi - non sono interessanti. Mancando completamente un livello di analisi di un problema (ma esiste davvero nei modi in cui ce lo racconta Giovannesi?), il film va preso per quel che è: l'inverosimile resoconto di una folle settimana di due teppistelli ostiensi la cui amicizia viene messa a dura prova nel crescendo di guai in cui si infilano. E se il protagonista accoltella senza motivo un coetaneo rumeno in discoteca, è veramente difficile far scattare l'empatia e sperare che Nader riesca a sfuggire alla vendetta dei rumeni, ragionevolmente infuriati.

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