Recensione viva l'italia (2012)
Recensione a cura di peucezia
Massimiliano Bruno la lezione degli antichi romani l'ha appresa bene e ormai anche lui come loro "castigat ridendo mores".
Dopo il successo di "Nessuno mi può giudicare" Bruno si rimette alla regia in questo "Viva l'Italia" dove l'intento di castigatore dei costumi si sottolinea maggiormente. Il regista, che ha al suo attivo numerose partecipazioni in qualità di attore, si regala nell'interno della storia il ruolo di grillo parlante: alcuni articoli della Costituzione Italiana sono da lui riletti e commentati e gli intenti positivi dei padri della repubblica vengono tristemente paragonati alla attuale situazione politica e sociale.
La vicenda del film che, da perfetta commedia, ha momenti seri e momenti di autentica ilarità, ruota intorno al potente onorevole Michele Spagnolo, un uomo corrotto e senza scrupoli che è riuscito a mantenersi sulla breccia della vita politica italiana in virtù di trucchi e menzogne. Una infermità lo cambia completamente gettando scompiglio nel suo partito, ma anche nella famiglia fino ad allora tenuta insieme solo dall'ipocrisia borghese.
I tre figli di Spagnolo sono eterogenei per carattere e percorso di vita: il maggiore, un autentico buono a nulla, è interpretato da Alessandro Gassman, che ancora una volta si rivela valido nel genere commedia come già fu suo padre in passato, il secondogenito è l'integerrimo Raoul Bova, medico in un ospedale a rischio chiusura mentre l'unica figlia è Ambra Angiolini, attricetta senza alcun talento, afflitta da un insopportabile difetto di pronuncia. Tra gli interpreti l'impresario Rocco Papaleo costretto suo malgrado a frequentare il mondo gay per avere visibilità.
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