Recensione io e te
Recensione a cura di Stefano Santoli (voto: 8,0)
"Il mondo fuori di casa è solo competizione, sopraffazione e violenza"
N. Ammaniti, "Io e te"
"Io e te", nuovo film di uno dei maestri del nostro cinema, è uscito nell'ottobre del 2012, è stato accolto un po' in sordina da parte dal pubblico. E' un peccato, perché l'ultimo lavoro di Bernardo Bertolucci, che torna a nove anni di distanza da "The Dreamers", è uno splendido film, capace di coinvolgere e commuovere con una disarmante adesione ai sentimenti di generazioni così lontane da quella dell'autore.
E' la storia del fugace incontro di pochi giorni fra due fratelli (fratellastri), che quasi non si sono mai conosciuti: Lorenzo, quattordici anni, e Olivia, poco più che ventenne. E' l'incontro di due solitudini, che da un'iniziale diffidenza e apparente incompatibilità, diviene graduale complicità. I due sono accomunati, in modi diversi, da una forma di "disadattamento" rispetto al mondo: ne scaturisce quasi un'affinità elettiva, foriera quindi forse di crescita per entrambi.
Bertolucci, settantenne con un fanciullino in cuore, attraverso la semplicità e l'essenzialità dello stile - cinematografico e d'alta classe, intimamente distante dalla medietà televisiva - fa filtrare, amplificata, la genuina sincerità dei suoi personaggi. L'autenticità è il valore che evidentemente gli sta a cuore, e che arriva diretto allo spettatore. La scelta di mettere al centro del racconto il valore dell'autenticità è in sintonia con una poetica che insiste da tempo sulla ferma consapevolezza che il percorso di ricerca dell'autenticità sia cifra e misura dell'esistenza umana. La poetica di Bertolucci-regista si è fatta (almeno a partire da "Piccolo Buddha") candida e pacificata, come serenamente placida appare, da tempo, la stessa immagine pubblica di Bertolucci-uomo.
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