Recensione the exorcism of emily rose
Recensione a cura di Matteo Bordiga
Non è solo un horror. Non è solo un thriller. E sarebbe riduttivo definirlo un film "drammatico".
Scott Derrickson punta proprio sulla combinazione di questi tre generi, impreziosita da velleità teologico-filosofiche, per sfornare una pellicola in grado di restituire il brivido, alla Friedkin, dell'esorcismo nudo e crudo, la tensione emotiva che invita a restare seduti sulla poltrona per scoprire come va a finire il processo a padre Moore e l'angoscia per la sorte di Emily Rose, interpretata da una Jennifer Carpenter intensa, perfino straziante.
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