Recensione requiem for a dream
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Recensione a cura di echec_fou
Il termine "requiem" si riferisce, nell'ambito della tradizione cristiana, ad una particolare tipologia di ritualità. La messa di requiem, infatti, è un rito che viene celebrato in onore e ricordo dei defunti. In questo caso però, il defunto non è una persona in carne ed ossa, ma un sogno. Il film ne rappresenta la messa di requiem.
Questo è il biglietto di presentazione del film.
Per il soggetto che tratta, "Requiem for a dream" di Aronofsky va a seguire la scia intrapresa da "Trainspotting", gettando uno sguardo da vicino su uno dei problemi che più ha colpito le sensibilità negli ultimi 50 anni: il consumo di sostanze stupefacenti, di ogni natura, da droghe pesanti come cocaina ed eroina, fino ad arrivare a barbiturici e anfetamine.
Tuttavia, non si pone mai, in nessun momento, in maniera documentaristica, ma la tecnica cinematografica, magistralmente utilizzata dal suo regista, è tutta tesa al coinvolgimento emotivo e, per certi versi, spirituale dello spettatore. E' in questo aspetto che si concentra tutta la potenza destabilizzante del film.
Il coinvolgimento è infatti sempre tenuto acceso da una sceneggiatura semplice, ma essenziale, e una colonna sonora che riesce a strappare lo spettatore dalla poltrona, per condurlo in una dimensione esistenziale parallela, in cui l'umanità perde significato e il dolore diventa l'unico dio.
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