giovedì 27 aprile 2006

Recensione 40 ANNI VERGINE

Recensione 40 anni vergine




Regia di Judd Apatow con Steve Carell, Catherine Keener, Paul Rudd, Romany Malco, Seth Rogen, Elizabeth Banks, Leslie Mann

Recensione a cura di Cristina3455

Andy Stitzer (Steve Carell) lavora come magazziniere in un grosso negozio di Hi-Fi, e conduce una vita semplice e tranquilla, senza particolari ambizioni. Ha già 40 anni, ma, nello spirito, e molto diverso dagli altri uomini della sua età, ed in molte situazioni ancora vive e si comporta come un adolescente...
Fanatico collezionista di "supereroi" in plastica fin da ragazzino, ha una casa che sembra un museo, tanto ne è stracolma... Andy conserva i propri giocattoli con estrema cura, dedicandogli amorevoli attenzioni... non gli interessano le donne... non gli interessano le macchine e, tra l'altro, non ha mai neanche preso la patente. Simpatico e sportivo, fa ginnastica in casa e va a lavorare in bicicletta.
Andy non ha mai avuto rapporti sessuali in vita sua, e dopo qualche catastrofica esperienza in età giovanile, ha deciso di lasciar perdere per sempre non soltanto le ragazze, ma qualsiasi altra succedanea forma di espressione della propria sessualità.
Quando, durante una serata con alcuni colleghi, lascia trapelare senza volerlo il fatto di essere ancora vergine (provando, ovviamente, un insostenibile senso di vergogna...), la sua vita cambia improvvisamente, trasformandosi in un caos di situazioni imbarazzanti ed eventi tragicomici, che porteranno Andy a crescere molto velocemente e a superare la sua condizione di "stallo" nella monotonia di una vita da eterno ragazzino.
I tre colleghi di Andy, David (Paul Rudd), Jay (Romany Malco) a Call (Seth Rogen), giovani e stravaganti, decidono di dedicarsi a lui, forzandolo con tutti i possibili ed inverosimili consigli nonché coinvolgendolo nelle situazioni più esilaranti, a liberarsi del "peso" della verginità e a diventare finalmente, a tutti gli effetti, un "membro adulto" della comunità maschile così com'è universalmente intesa secondo i più comuni stereotipi.
David, Jay e Call divengono così, praticamente all'improvviso, dopo anni di lavoro insieme nella quasi più completa indifferenza, i suoi migliori amici, e prima ancora di trovare una fidanzata, la tranquilla e solitaria vita privata del "40 anni vergine" viene rivoluzionata dalla presenza dei tre nuovi personaggi che, con caratteristiche è peculiarità diverse, non sono comunque meno bizzarri di lui... Anche gli altri colleghi, nel frattempo, cominciano ad interessarsi, più o meno amorevolmente, al "caso" di Andy, che diviene così, in poco tempo, il centro dell'attenzione di tutto il personale del negozio. Paula, il suo capo, si invaghisce di lui e gli fa fare carriera, mentre i suoi nuovi amici lo coinvolgono invece in serate chiassose, feste, situazioni da farsa ed incontri di speed dating...
Andy è timido, impacciato, estremamente indeciso ma con un cuore generoso e pieno di buoni sentimenti. Quando incontra Trish (Catherine Keener), una bella divorziata con già tre figli e un nipotino, ha paura di farsi avanti e di fare brutta figura...ma l'amore, il vero amore, che si è fatto aspettare per così tanti anni, è finalmente arrivato anche per lui...e la storia, ovviamente, si corona con un romantico lieto fine.

"The 40 Year Old Vergin", già a suo tempo indicato dalla critica statunitense come il degno e forse miglior successore del genere comico-commedia-demenziale rappresentato dai precedenti "Tutti pazzi per Mary" (Something about Mary) e "American Pie", non è sicuramente un capolavoro di comicità raffinata, e per chi ancora ricorda le brillanti commedie holliwoodiane degli anni '50 e '60, di cui questi film sono in qualche modo gli eredi, la differenza stilistica, determinata ovviamente anche da uno iato generazionale di quasi mezzo secolo, è sin dall'inizio ben più che manifesta.
La volgarità è di casa, così come il cattivo gusto, anche se, è doveroso ammetterlo, non fanno comunque da padroni e lasciano molto spazio a momenti di comicità vera, che sono parecchi, ben azzeccati e originali, tali da risollevare considerevolmente la qualità artistica del film.

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