Recensione apocalypse now
Recensione a cura di The Gaunt (voto: 10,0)
Parlare di "Apocalypse now" è cercare di analizzare un'opera fondamentale del cinema mondiale e del cinema americano in particolare.
Difficile cominciare un qualsiasi discorso scindendo il film dal suo autore, Francis Fors Coppola, senza tenere conto del lungo e travagliato processo di avvicinamento che ha portato alla realizzazione di un'opera così notevole e che, piaccia o meno, riveste tutt'ora un'importanza primaria nella storia del cinema.
Il successo di "Easy rider" di Dennis Hopper fu il risultato di un grande fermento che stava scuotendo dall'interno il cinema americano. Questo movimento vedeva affacciarsi nuovi autori dalla provenienza eterogenea (dalla Factory di Roger Corman, dalla televisione, dall'università del cinema) e proponeva nuove idee e nuovi modi espressivi di fare cinema. Era la nascita della cosidetta New Hollywood, linfa che arrivava a proposito per rinvigorire l'establishment degli studios ormai in crisi profonda di uomini ed idee.
Francis Ford Coppola, oltre ad essere una di queste nuove leve, al pari degli Scorsese, De Palma, Friedkin, Bogdanovich, Lucas, Spielberg, rappresentò probabilmente la punta di diamante di questo movimento, colui che forse più di ogni altro rischiò maggiormente di persona nel porsi come valida alternativa agli studios hollywoodiani, fondando l' American Zoetrope, che diventerà polo di aggregazione di molti giovani cineasti americani e cantiere per diversi progetti di giovani autori.
Se esiste un aggettivo per definire il rapporto di Coppola con gli studios hollywoodiani, 'controverso' è il termine più adatto. Il regista si rende perfettamente conto che per soddisfare le sue sfrenate ambizioni deve acquisire un certo status all'interno stesso del sistema: le ambizioni vengono nutrite oltre che dalla capacità dell'autore (o presunto tale) anche e soprattutto dalla possibilità di avere più mezzi economici e finanziari possibili.
Proprio per questo una delle caratteristiche di Coppola, dai primi anni della sua carriera fino ad "Apocalypse now", è questa alternanza di film di genere più commerciabili ("Terrore alla tredicesima ora", "Sulle ali dell'arcobaleno") con progetti molto più personali ("Buttati Bernardo", "Non torno a casa stasera"). Questa alternanza serve a Coppola da una parte a soddisfare le esigenze degli studios con film che seguano le direttive per un facile successo di cassetta, dall'altra a permettersi la costruzione di uno status personale di autore.
Oltre alla sua attività di filmaker bisogna anche rilevare il successo che ha avuto un suo soggetto che sarà la base per uno dei film premiati con l'Oscar nel 1970, "Patton", che frutterà all'ex-laureato alla scuola di cinema della UCLA, oltre la statuetta, una rapida scalata dentro l'establishment degli studios.
Studios, e la Warner in particolare, che non vedono di buon occhio i giovani ambiziosi della Zoetrope: il fiasco commerciale di "THX 1138" di George Lucas (rivalutato però qualche anno più tardi) darà il pretesto alla casa per rompere tutti i contratti che avevano stipulato con Coppola. Un colpo durissimo (denominato dallo stesso regista il 'Black thursday') che di fatto affosserà la Zoetrope, ma darà l'occasione al regista per accettare la proposta della Paramount per girare "Il Padrino".
Il successo straordinario di questa pellicola spalancherà a Coppola tutte le opportunità possibili ma sempre in nome di quella 'alternanza', alla quale si faceva riferimento sopra, il regista girerà "La conversazione" (Palma d'oro a Cannes) e poi "Il Padrino parte II", confermando così il successo del predecessore.
Giunto a questo punto, Coppola è considerato il miglior regista sulla piazza a soli trentacinque anni: può fare quello che vuole grazie al successo, alla fama e ai soldi che ha ottenuto per se stesso e soprattutto per gli studios. In questa fase decisiva sarà concepito quello che considera l'incontro fra il modus operandi del cinema americano (il genere, la grande produzione) con l'autorialità europea che ha sempre ammirato nella 'Nouvelle Vague' dei Godard e nel cinema di Bernardo Bertolucci e Michelangelo Antonioni, da lui sempre ammirati fin dai tempi dell'università. Coppola vuole porsi come punto di incontro di queste due mentalità apparentemente poco conciliabili.
Nasce così il progetto di "Apocalypse now".
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