lunedì 28 settembre 2009

Recensione LOFT

Recensione loft




Regia di Kiyoshi Kurosawa con Miki Nakatani, Etsushi Toyokawa, Hidetoshi Nishijima

Recensione a cura di Anna Maria Pelella

Reiko è una scrittrice in crisi creativa. Il suo editore le propone un soggiorno in una casa in campagna per rilassarsi e riprendere a scrivere. Appena trasferita Reiko vede dalla finestra un uomo trasportare quello che le sembra un corpo.
Successivamente scopre che si tratta di Yoshioka, un antropologo dell'università che sta studiando una mummia.
Intanto Reiko avverte delle strane presenze all'interno della casa, e là scopre un manoscritto.

Questa volta Kurosawa si è concesso il divertimento di giocare con lo spettatore.
Ad una prima occhiata di superficie può sembrare che egli abbia scelto di mostrare, come mai prima, il perturbante che solitamente suggerisce alternative possibili, e quasi mai percorribili, all'interno della sua opera.
Ma al secondo sguardo appare già chiaro che non solo non è così, ma che addirittura tutto quel mostrare è fuorviante, quello che lo spettatore vedrà in realtà non è che il fumo negli occhi che Kurosawa getta per mascherare, ancora una volta i contenuti inquietanti di cui il suo cinema è saturo.
Non è la mummia il vero punto del racconto, e nemmeno il fantasma della precedente inquilina, forse uccisa da uno o dall'altro dei protagonisti, non importa chi. Nè la crisi creativa di Reiko ha di per sè un significato, se non nella misura in cui apre la porta al perturbante che stavolta abita non solo la casa, ma anche l'anima di chi silenzioso nella notte porta a spasso una mummia. O forse potrebbe sembrare che l'editore sia invischiato a molti livelli con la sorte della precedente inquilina, ma neanche questo è importante.
La polizia, i corpi e il fango sono solo la superficie dietro cui aleggia altro, un altro da sé che Kurosawa nasconde bene, mostrandolo solo in un contesto quotidiano e quindi rassicurante.

[...]

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