lunedì 14 marzo 2011

Recensione LA PASSIONE

Recensione la passione




Regia di Carlo Mazzacurati con Silvio Orlando, Giuseppe Battiston, Cristiana Capotondi, Corrado Guzzanti, Kasia Smutniak

Recensione a cura di peucezia

A tre anni dall'ultimo e delicato film "La giusta distanza" (2007), il regista Mazzacurati torna sugli schermi con una storia per certi versi autobiografica su un regista in crisi creativa che a cinquanta anni suonati non è riuscito ancora a sfondare e che, per una serie di avverse circostanze, è costretto a realizzare in cinque giorni appena la sacra rappresentazione del Venerdì santo in un ridente paesello toscano. Diverse le tematiche affrontate dalla storia così come è tranciato in due il tono del film: se la prima parte è senza dubbio tra il comico e il grottesco, la seconda sfocia nel drammatico soprattutto per merito dello stato di grazia di Giuseppe Battiston, già interprete per Mazzacurati.

Gianni Dubois (un perfetto Silvio Orlando con faccia da cane bastonato d'ordinanza) da cinque anni non esce sugli schermi con un film. Ormai quasi dimenticato da addetti ai lavori e non, e senza materiale creativo, riceve dal suo agente, uomo calcolatore e poco incline ai sentimentalismi, la possibilità di dirigere una divetta del teleschermo (Cristiana Capotondi). Ad aggravare la sua posizione arriva il ricatto di sindaco e assessore di un piccolo comune toscano: dirigere la Passione di Cristo locale o essere denunciato ai Beni Culturali per aver rischiato di distruggere un'opera d'arte confinante alla parete della sua cadente casa di campagna. Le storie che Dubois si inventa nel tentativo di venir fuori dalla sua abulia creativa (vero dramma per chi fa dell'inventiva una fonte di guadagno) sono incastonate nell'intreccio iniziale e rappresentano un sorta di film nel film, espediente non nuovo nella cinematografia ma sicuramente spiazzante per lo spettatore che spesso non riesce a cogliere l'intento ironico del regista.

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