Recensione nel tempio degli uomini talpa
Recensione a cura di Giordano Biagio
Negli anni '50 un gruppo di studiosi, composto da quattro archeologi, coordinati dal dottor Roger Bentley (John Agar), durante alcuni scavi in Asia, nella zona sottostante il monte Cui Tara, scopre un'antica lastra di pietra e una vecchia lampada ad olio con incisi sopra frasi scritte in caratteri cuneiformi sumerici, risalenti a più di 4.500 anni fa.
Dalla decifrazione dell'antica scrittura si viene a scoprire che la dinastia Sharon, devota alla dea Ishtar all'epoca di Gilgamesh, dispersasi improvvisamente proprio nel periodo in cui era più in auge, è riuscita a sopravvivere al diluvio della versione sumerica, approdando con Sharon e il suo parentato, tramite un'imbarcazione, sulla cime del monte Cui Tara.
Incuriositi dalla grande scoperta e desiderosi di trovare i segni-prova del passaggio della dinastia Sharon sul monte, il gruppo di archeologi si organizza per la scalata della montagna.
Sulla vetta il gruppo trova i sobborghi abbandonati di una antica città sumerica e nel sotterraneo, aperto da un cedimento improvviso del terreno, il centro più importante di essa, stranamente rischiarato da grosse pietre luminose. Attraverso un'incisione su un monumento eretto a favore della dea Ishtar, scritto dallo stesso Sharon, i quattro scoprono che la famosa dinastia è effettivamente sopravvissuta al diluvio, scomparendo forse solo in seguito, per motivi ignoti.
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