Recensione ladri di cadaveri
Recensione a cura di pompiere (voto: 5,0)
Basato su una storia vera, il film racconta di due amici irlandesi nella Edimburgo dell'Ottocento, famosa in quel periodo per le prestigiose università di medicina. I protagonisti danno inizio ad una nuova professione: procurano cadaveri a medici e scienziati impegnati a studiare l'anatomia del corpo umano. Ma quando le salme cominciano a scarseggiare, Burk ed Hare metteranno in piedi i piani più strampalati per 'procurarseli' in maniera non proprio lecita
Fonte: excite.it
Benché sia rimasto lontano dal cinema per dodici anni (la sua ultima regia risaliva al 1998, grazie al seguito dei "Blues Brothers"), John Landis pare non sia riuscito a trovare molte idee e l'ispirazione di oggi è un po' offuscata mentre mescola maldestramente i toni offerti dalla storia di "Burk & Hare". L'umorismo macchiato dalle nefandezze delittuose è stiracchiato, il sentimentalismo verso le donne e l'arte è freddo teatro di maniera, il presunto lato horror della pellicola si riduce a due risibili schizzetti di sangue.
Un'arteria recisa è, invece, quella filmica del regista americano, che ci riempie di sviolinate e cornamuse celtiche in mezzo a donne assetate di soldi più degli uomini, mentre prendono loro il posto anche nelle rappresentazioni teatrali di Shakespeare e che pensano lucidamente e hanno ispirazione solo nel momento dell'orgasmo.
Tra chiacchiere a vuoto su argomenti che avrebbero dato molti spunti per affondi comici, la sceneggiatura effettua un burking quasi assoluto, facendo tabula rasa di variazioni e intrighi. Si vivacchia (quando non si moricchia) tra ripetute di miliziani svenuti alla vista di cadaveri sezionati e piedi rimasti a contrasto nella porta; la noia di una comicità stantia contribuisce alla puzza dei vicoli della capitale scozzese.
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