Recensione anni ruggenti
Recensione a cura di peucezia
Il film, uscito nel 1962, potrebbe essere idealmente collegato a una trilogia precedentemente realizzata da Luigi Zampa ("Anni difficili", "Anni facili", "L'arte di arrangiarsi") in cui il regista coadiuvato da Vitaliano Brancati si occupava della storia del nostro Paese a cavallo tra il XIX e il XX secolo con pungente satira.
Questa pellicola può essere una appendice al precedente progetto ma non ha un soggetto originale in quanto la trama è il riadattamento in tempi moderni di una celebre commedia del russo Gogol "L'ispettore generale" già portata sul grande schermo in versione musical dal popolare comico americano Danny Kaye circa dieci anni prima.
Se l'ispirazione è lontana - considerando che il soggetto originale risale a cento anni prima della realizzazione del film - la satira sociale e di denuncia è invece drammaticamente attuale anche se il regista sceglie di spostare l'azione alla metà degli anni Trenta, alla vigilia della guerra di Spagna, in piena epoca fascista quindi.
Il film, oscilla per tutta la sua durata, tra la denuncia sociale sia pur fatta in toni lievi da "castigat ridendo mores" e la pochade (ne sono un esempio i dialoghi in camera tra i notabili del paese e le loro consorti). Non manca uno strascico di neorealismo poiché ci sono anche interpreti non professionisti che usano il loro dialetto e le molte scene in esterno vogliono focalizzare lo stato di abbandono e di miseria di certe sconosciute realtà.
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