giovedì 22 giugno 2006

Recensione A BEAUTIFUL MIND

Recensione a beautiful mind




Regia di Ron Howard con Russell Crowe, Jennifer Connelly, Ed Harris, Adam Goldberg, Christopher Plummer, Paul Bettany, Josh Lucas

Recensione a cura di antoniuccio

Protagonista assoluta di questo film è la "mente" umana, in tutte le possibili sfaccettature del termine. A cosa conduce, quali risultati può produrre, come determina l'andamento della vita di un uomo e come condiziona l'esistenza delle persone che accanto a quell'uomo vivono.
La "bella mente" in questione è quella di John Nash, ma costui è solo un tramite nel messaggio di fondo che vuole trasmettere Ron Howard, finalmente alla sua consacrazione da regista, per l'Oscar che vinse.
Perché tramite? La storia di Nash è una storia vera per quanto romanzesca possa apparire, ed è una storia che non può non assumere significato generale.

Nash nasce accademicamente in un rinomato College americano, in un periodo storico che attraversa la guerra fredda. Durante tale periodo, gli studi sono condotti e stimolati nella direzione di controllare il nemico, di sorvegliarlo, di ingannarlo. Il messaggio che parte dai vertici accademici alle "belle menti" di cui fa parte Nash è quello di "stupire" con invenzioni, codici e quant'altro possa battere l'altro fronte. Inizia così una sfida tra se stessi, gli altri e le altre Università, a creare, ideare, tirar fuori dalle menti tutto ciò che possa essere nuovo, creativo, stupefacente.
La posta in gioco non è solo il contratto presso qualche facoltà di élite, ma la dimostrazione che di fronte al mondo accademico si possa essere i migliori. Non è solo una questione economica, ma di affermazione sull'altro. Le "belle menti" combattono con le idee, con le teorie, con la ricerca pura, la ricerca che ricerca se stessa.
Ma una "bella mente" non si può comandare e può anzi essere tanto fertile, tanto feconda, da offrire una creatività inaspettata. John Nash è la "mente più bella di tutte" e non lo sa.
Non sa che ogni mente ha un'infinità di varianti, un'infinità di lati che possono arricchire la personalità e dimostrarne la complessità. L'infinito rappresentato dall'otto longitudinale, che John Nash disegna con la bicicletta durante le sue elucubrazioni, in realtà è dentro il suo cervello e gli dimostrerà che esistono almeno tre persone in lui. Lo studioso pratico, l'intrigante senza scrupoli e l'innocente. Tre soggetti estremamente diversi, ma che nella "bella mente" si trovano perfettamente affiatati, anzi, sono parte di una quarta persona che è lo stesso Nash.

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