mercoledì 7 giugno 2006

Recensione ENRICO V

Recensione enrico v




Regia di Kenneth Branagh con Derek Jacobi, Kenneth Branagh, Simon Shepherd, James Larkin, Brian Blessed, Ian Holm, Judi Dench, Emma Thompson, Robbie Coltrane, Christian Bale

Recensione a cura di Giordano Biagio

Considerando come storie singole i drammi in più parti scritti da Shakespeare quali: "Enrico V e I", "Enrico VI e II", "Enrico IV e I", "EnricoIV e II", quella di "Enrico V" risulta l'ultima delle dieci storie inglesi scritte dal famoso drammaturgo inglese.
Forse "Enrico V" voleva essere per l'autore solo quello che appare: l'analisi di un personaggio dai volti amletici, tipicamente shakespeariano. Un personaggio Re che si immerge in ogni casta e classe pur di raggiungere il suo scopo legato a intrighi politici; un uomo che gioca mascherato, con abiti sempre diversi.
Il profilo umano che ne scaturisce richiama la personalità di Riccardo III del quale Enrico V sembra assumere a volte sia il tono che i noti contrasti caratteriali.

Le fonti del testo di "EnricoV" vanno ricercate nelle Chronicles - le storie inglesi di Holinshed - che servirono a Shakespeare per diversi drammi storici inglesi. Shakespeare si servì anche di un suo dramma anonimo "The Famous Victories of King Henry V" pubblicato nel 1598, che già aveva utilizzato per "Enrico IV". *1
E' probabile che il grande drammaturgo si sia servito anche della diffusa leggenda orale sui trionfi di Enrico e la conquista della Francia. *2
Nel film diverse scene non sono storicamente attendibili, ad esempio la scena di Enrico tra i soldati alla vigilia della battaglia di Agincourt del 1415 e le sequenze del tradimento di Cambridge, Scroop e Grey, brutalmente umiliati e condannati a morte. Quest'ultima vicenda appare nel film troppo letteraria, probabilmente è priva di fondamenti storici.
Il testo è del 1623 (edizioni in-foglio).
Il film girato nel 1989 è un riuscito remake del famoso film di Laurence Olivier del 1945. Il film di Olivier, a colori, ebbe un grande successo ed è tuttora ritenuto da buona parte della critica uno splendido affresco storico a sfondo epico.
Branagh non sfigura nel confronto con il film del '45 di Olivier; rispetto al suo illustre predecessore mette in scena uno stile rintracciabile solo nel grande Welles. Sia il ritmo delle azioni che la forza della recitazione verbale richiamano all'immaginazione pagine superbe del cinema di Orson Welles.
Come Olivier anche Branagh assume il ruolo di attore e regista del film.

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