Recensione bandhobi
Recensione a cura di Anna Maria Pelella
Karim, un immigrato del Bangladesh che lavora in Corea, incontra Min-seo, una studentessa dal difficile rapporto con il compagno della madre, che fa lavoretti per pagarsi gli studi.
I due diventano amici a dispetto delle diversità culturali, risvegliando in tutti quelli che li circondano un'ambivalenza che finirà per interferire nei loro rapporti.
Giocato principalmente sul filo dell'illegalità come stile di vita, il film è imperniato sul difficile rapporto tra Karim, un immigrato del Bangladesh, e Min-seo, una ragazza che per mantenersi agli studi lavora part-time come accompagnatrice.
Il razzismo strisciante che viene svelato a tratti, e quasi sempre soltanto attraverso i gesti delle persone coinvolte, è l'elemento di maggior spicco all'interno di una storia sulle differenze culturali e sulla difficoltà di superamento delle principali incomprensioni tra persone assai diverse.
Se Karim ha i suoi problemi a farsi pagare, in un sottobosco dove il lavoratore immigrato viene in primo luogo sfruttato, è vero anche che Min-seo ha grosse difficoltà a gestire il rapporto di sua madre con un uomo che lei non stima, e a finanziarsi gli studi di inglese tramite lavoretti al limite della legalità.
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