mercoledì 17 marzo 2010

Recensione MY NAME IS JOE

Recensione my name is joe




Regia di Ken Loach con Lorraine Mcintosh, Gary Lewis, Louise Goodall, Peter Mullan

Recensione a cura di Mimmot

"Mi chiamo Joe e sono alcolista"
È così che ci si presenta agli alcolisti anonimi, nel corso delle sedute per il sostegno e il recupero delle persone che hanno problemi di dipendenza da alcool.
"My name is Joe" e nient'altro; niente preamboli, niente preliminari e, soprattutto, niente cognome. Solo "My name is Joe", la fatidica frase che definisce una condizione e una dannazione, ma anche un offrirsi agli altri nella propria interiorità e nella propria fragilità.

Ed è così che si presenta Joe Kavanack ai compagni di sventura, che come lui hanno deciso di uscire dal tunnel della dipendenza etilica. Ed è con "My name is Joe" che comincia la riflessione di Ken Loach sul dramma di una vita spesa tra alcool, droga, emarginazione, disoccupazione e piccola criminalità, nella periferia della Glasgow degradata dal neoliberismo tatcheriano.

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