giovedì 9 marzo 2006

Recensione IL GRANDE SONNO

Recensione il grande sonno




Regia di Howard Hawks con Humphrey Bogart, Lauren Bacall, John Ridgely, Martha Vickers, Dorothy Malone, Peggy Knudsen

Recensione a cura di Laura Ciranna

Il grande sonno, il sonno da cui non ci si ridesta, il sonno freddo della morte... le notti buie e piovose della pellicola di Hawks di cadaveri ne regalano davvero tanti. Un film cupo e livido, colore del cielo senza luna, color della terra che ricopre i corpi freddi addormentati, dall'atmosfera di pece che dà vita ad un romanzo già scritto in bianco e nero.
"Cosa importa dove si giace quando si è morti? In fondo a uno stagno melmoso o in un mausoleo di marmo alla sommità di una collina? Si è morti, si dorme il grande sonno e ci se ne fotte di certe miserie. L'acqua putrida e il petrolio sono come il vento e l'aria per noi. Si dorme il grande sonno senza preoccuparsi di essere morti male, di essere caduti nel letame. Quanto a me, ne condividevo una parte pure io, di quel letame, ora."
Questa spiegazione viene direttamente dalle pagine del romanzo perché se il nero assoluto è il colore che più ci viene alla mente, questo film è stilisticamente un noir atipico, in cui non vi è voce fuoricampo che possa illustrarci il senso del titolo, non vi sono flashback, non vi è un abuso del grandangolo o delle immagini a forte contrasto di matrice espressionistica.
Hawks è capace di portare avanti l'azione con la sola forza dei dialoghi e tramite una serie infinita di piccole modulazioni di inquadrature e montaggio, al punto che potremmo dire che più che un noir "Il Grande Sonno" è un vero proprio film "hardboiled" nel pieno rispetto della scrittura di Raymond Chandler.

Philip Marlowe è una "suola", ossia un investigatore privato, che viene contattato dal Generale Sternwood per indagare su un piccolo ricatto ai danni della figlia più giovane, Carmen; dopo questo incontro viene convocato dalla figlia maggiore, Vivian (una strepitosa Lauren Bacall), donna bella e viziata come la società a cui appartiene, il cui marito è misteriosamente scomparso.
Da qui prende il via una vicenda intricatissima costellata di persone svanite nel nulla che, quando riappaiono, si presentano per lo più sotto forma di cadavere.
Le figlie di Sternwood hanno ben più di un segreto inconfessabile e la storia si dipana fra colpi di scena, suggerendo foto di nudo, uso di droghe, passione per il gioco d'azzardo e le scommesse, mettendo in evidenza tutto lo squallore della "buona società" della West Coast.
Inutile dilungarsi sulla sinossi del film, infatti "Il Grande Sonno", pur potendo vantare una sceneggiatura scritta dal premio nobel William Faulkner, non trova la sua chiave nella soluzione del confuso puzzle della trama.
Lo spettatore si perde totalmente dietro questa lunga catena di delitti incrociati e alla fine almeno uno degli omicidi rimarrà irrisolto (si narra addirittura che quando Hawks chiese allo stesso Chandler chi avesse ucciso l'autista di Sternwood questi gli abbia risposto, con la più grande naturalezza possibile, di non averne la ben che minima idea!).

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