giovedì 23 marzo 2006

Recensione TOKYO-GA

Recensione tokyo-ga




Regia di Wim Wenders con Wim Wenders, Werner Herzog, Chishu Ryu, Yuuharu Atsuta

Recensione a cura di bungle77 (voto: 9,0)

"Se il sacro avesse ancora diritto ad un posto in questo secolo, e se ritenessimo giusto erigere un santuario del cinema, ci metterei l'opera del regista giapponese Yasujiro Ozu".
Pochi registi sono in grado di trasmettere le proprie passioni come Wenders e l'incipit di Tokyo-Ga ne è una conferma. Il regista tedesco ha sempre dato il meglio di sé nella realizzazione dei documentari piuttosto che nei lungometraggi di finzione.
L'insofferenza sempre mostrata dall'autore nei confronti della sceneggiatura, a partire da "Il cielo sopra Berlino" in poi, lo ha portato a realizzare delle opere di finzione sempre abbastanza dispersive, mentre parallelamente documentari come "Nick's Movie", "Lisbon Story" e "Buena Vista Social Club" hanno mostrato l'aspetto migliore dell'artista, la sua curiosità, il suo stile elegante, il suo uso sempre intelligente della musica.

"Tokyo-Ga" letteralmente significa "viaggio a Tokyo" e quello di Wenders nell'attuale Edo, infatti, è un vero viaggio; il regista non aveva mai visto la capitale giapponese prima. "Tokyo Monogatari" (lett. "Una storia di Tokyo") in italiano tradotto "Viaggio a Tokyo" è anche il film più famoso del regista nipponico, e non per nulla il documentario di Wenders si apre (e si chiude) con le sequenze iniziali e finali di questo film.
E' il 1983, il regista che sta lavorando alle riprese di "Paris, Texas" si reca a Tokyo per una quindicina di giorni al fine di presenziare ad una rassegna sul cinema tedesco.
Wenders che, come già accennato, nutre da sempre particolare interesse per i lavori documentaristici decide di portare con se una cinepresa. Chiede inoltre al direttore della fotografia Ed Lachman, che aveva curato le riprese di "Nick's Film" (splendido ritratto degli ultimi giorni di vita del regista N.Ray), di accompagnarlo nel viaggio. Proprio in questa sua breve permanenza nella capitale giapponese prende forma questo film/documentario. Come ben si capisce già a partire dall'incipit tutto il progetto nasce da un incommensurato amore per le opere del regista nipponico Yasujiro Ozu.
Wenders, cinepresa alla mano, parte così ad una disperata ricerca dei luoghi e personaggi ai quali Ozu consegnò l'immortalità. Ed è bravo nel farci credere nella sua buona fede e nelle sue intenzioni: si accinge a questo viaggio con la speranza fanciullesca di trovare qualcosa di prezioso, a lungo agognato, ignaro di ciò che lo attende. È qui che Wenders, con un tono tra lo stupito e l'amareggiato, prende atto che il Giappone delle locande, delle case basse, dei treni ("in ogni film di Ozu c'è almeno un treno"), delle tradizioni, ormai sembra praticamente svanito.
Le uniche tracce le ritrova andando ad intervistare i più stretti collaboratori del regista: il suo attore preferito, Chishu Ryu, e l'operatore di quasi tutti i suoi film, Yuharu Atsuta.

[...]

Leggi la recensione completa del film TOKYO-GA su filmscoop.it

Nessun commento: