mercoledì 1 marzo 2006

Recensione SYRIANA

Recensione syriana




Regia di Stephen Gaghan con George Clooney, Matt Damon, Jeffrey Wright, Chris Cooper, William Hurt, Mazhar Munir, Tim Blake Nelson, Amanda Peet, Christopher Plummer, Alexander Siddig

Recensione a cura di Pasionaria (voto: 7,0)

Chi pensa di recarsi al cinema a vedere questo film per sorbirsi passivamente una storia già rielaborata e pronta per essere solo assimilata, rimarrà profondamente deluso. "Syriana" è un film assai complesso che necessita di una buona e continua concentrazione, oppure di una certa dimestichezza con le dinamiche di politica economica.
La sceneggiatura troppo intricata, rende questo lavoro di non facile fruizione, vanificando l'ambizioso intento di denuncia sulla corruzione all'interno dell'industria petrolifera internazionale e i suoi effetti sul terrorismo islamico. Il tema è attualissimo, particolarmente coraggioso nel momento in cui va a toccare nervi scoperti dell'amministrazione politica americana e dei servizi segreti, ma il tessuto narrativo è assai tortuoso e il regista non si dimostra abbastanza abile nel dipanarlo e renderlo comprensibile allo spettatore.
In realtà verso l'epilogo si riesce a trovare il bandolo della matassa e quasi tutto si chiarisce, ma solo dopo 60 minuti in cui ci si sente inesorabilmente confusi.

Il continuo cambiamento di luogo e d'azione obbligano lo spettatore ad uno sforzo mnemonico esagerato, e quando ci sembra di cogliere il punto d'assemblaggio fra le parti, ecco spuntare nuovi personaggi, nuovi volti e nomi da integrare all'intreccio. Perdersi è fin troppo semplice, considerando il fatto che le situazioni rappresentate non sono quasi mai approfondite e i comprimari, veramente tanti, quasi mai contestualizzati; così si resta abbandonati ad una deriva interpretativa che blocca le emozioni.
Come regista, Stephen Chagan dunque convince poco: non riesce cioè a rendere accessibili al pubblico, i vari intrecci delle molteplici storie parallele e a coinvolgerlo (come invece sa fare benissimo Altman, ad esempio, utilizzando la stessa struttura a mosaico).
Tuttavia la scelta registica indirizzata ad un continuo e brusco spezzettamento della narrazione rende forse il film più realistico nel momento in cui riproduce la complicata trama degli intrighi mondiali tra politica, servizi segreti e multinazionali petrolifere.

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